Sarà presentato sabato 19 agosto, a Latronico, nelle sale di “A cielo aperto – Spazio per il contemporaneo”, il progetto Stormi di Valentina Furian. L’esperienza della residenza e le diverse fasi dell’ideazione e della realizzazione dell’opera saranno illustrate dall’artista in un incontro pubblico, che si terrà alle ore 18:30 in via Ciro Menotti 5.

L’idea nasce da un’esperienza immersiva dell’artista con il territorio di Latronico e dal successivo “distacco” da esso, tempo necessario per metabolizzare e analizzare una realtà che Furian ha avuto modo di approfondire in diverse fasi di residenza. Durante la prima fase, avvenuta nel maggio dell’anno scorso, è stata affascinata da alcuni reperti e materiali archeologici provenienti da scavi condotti su Colle dei Greci, che testimoniano gli intensi scambi culturali che Latronico nel corso del VII e VI secolo a.C. ha avuto sia con i Greci della costa ionica sia con gli Etruschi dell’area campano-tirrenica.

La seconda fase di residenza, avvenuta a luglio 2023, ha permesso all’artista di indagare la tradizione antropologica e rituale legata alle erbe officinali, alle credenze e ai miti connessi alle piante e agli animali che questa terra custodisce, indirizzando la sua ricerca verso una visione metamorfica dell’animato e dell’alterazione degli elementi, toccando anche temi sociali legati alla migrazione e al ritorno. In quest’ultimo periodo l’artista ha soggiornato nello Spazio per il contemporaneo, nuova sede dell’Associazione Culturale Vincenzo De Luca.

Durante la realizzazione del progetto Valentina Furian ha coinvolto diverse personalità del territorio come l’esperto di erbe officinali Antonio Perretti, il geologo Vincenzo Matinata, il ceramista Venanzio Carlino di Lagonegro e Umberto Giordano, titolare del Sosa’s Cocktail Bar che, confrontandosi con l’artista, ha ideato la bevanda che sarà raccolta nelle sculture zoomorfe create da Furian che così si attiveranno.

A seguire, l’artista e il pubblico raggiungeranno il Sosa’s Cocktail Bar, ubicato nella piazza principale del paese (Piazza Umberto I), dove si potrà entrare in relazione diretta con l’opera, pensata dall’artista come un oggetto alchemico-zoomorfo e ottenuta dall’unione di idee, esperienze ed elementi differenti che, amalgamati alle acque sulfuree che sgorgano nel territorio, alle piante autoctone e ad altri elementi, restituiranno il senso dell’intervento artistico, atto a trasfigurare chi deciderà di prendere parte a questa esperienza performativa, in un essere a metà tra umano ed animale.