“Dopo la legge elettorale e le norme per il Fondo unico per le autonomie locali (Fual) anche la legge sugli ecomusei non viene impugnata dal Governo Conte. Sono soddisfatto poiché, essendo leggi di cui sono primo firmatario, dimostrano come sia possibile introdurre cambiamenti nel pieno rispetto delle competenze tra Stato e Regioni”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd Piero Lacorazza precisando che “la legge sugli ecomusei incrocia materie e competenze diverse, attribuite in maniera o esclusiva o concorrente tra Stato e Regioni: ambiente, governo del territorio, beni culturali. Sono quindi soddisfatto poiché non solo nel corso di questa legislatura abbiamo difeso il ruolo delle istituzioni locali con la guida di dieci Regioni per il referendum contro l’art. 38 della legge Sblocca Italia ma si è potuto anche dimostrare che nel quadro delle competenze costituzionali è possibile provocare cambiamenti. La legge elettorale, il Fondo unico per le autonomie locali e la legge sugli ecomusei possono apparire norme differenti e distanti ma hanno un filo rosso che le lega nel contesto delle opportunità della legislazione concorrente: partecipazione, protagonismo e valorizzazione del territorio”.

“La tutela del territorio da parte delle singole comunità – afferma Lacorazza spiegando il senso della legge sugli ecomusei -, insieme alla valorizzazione delle specificità locali costituiscono i tratti fondativi del progetto normativo che è teso a creare le condizioni per un patto con il quale la comunità si prende cura di un territorio. In questa prospettiva, il modello ecomuseale va a connotarsi come realtà orientata a favorire lo sviluppo sostenibile del territorio, attraverso la valorizzazione e la messa in rete delle dinamiche culturali locali, la creazione di sinergie con il settore turistico, l’attenzione all’ambiente e la promozione delle logiche della sostenibilità. L’ecomuseo è un luogo di comunità avente la forma dei musei permanenti, mirante a studiare, conservare e promuovere l’identità collettiva e il patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico locale. Con la legge si mira a creare una rete locale di esperienze di cittadinanza attiva per sensibilizzare alla lettura del valore del paesaggio le popolazioni che vi abitano e per innescare processi di cooperazione e scambio all’interno delle stesse comunità, con particolare attenzione al mondo della scuola e alle esperienze di alternanza scuola lavoro. Il testo normativo prevede anche la promozione degli ‘Statuti dei luoghi’ (uno strumento a carattere normativo adottato dalle Amministrazioni locali e redatto attraverso un percorso che ha lo scopo di facilitare la comunità nel ri-costruire ed esprimere la consapevolezza di sé e del luogo per individuare ciò che ha un valore, una storia, un significato da difendere), la tutela e valorizzazione del patrimonio idrico lucano, a partire dai laghi e il sostegno a processi e progetti che attraverso la cultura, la valorizzazione del paesaggio e l’ambiente favoriscano politiche di coesione sociale e di inclusione di persone con disabilità”.

“Le risorse e il sostegno alle attività previste dalla legge sugli ecomusei (100 mila euro per il 2019) – conclude Lacorazza – sono individuate nella programmazione prevista dalla legge regionale n. 22/1988 (Norme per la programmazione e lo sviluppo delle attività educative e culturali sul territorio regionale), legge regionale n. 37/2014 (Promozione e sviluppo dello spettacolo) e legge regionale n. 27/2015 (Disposizioni in materia di patrimonio culturale, finalizzate alla valorizzazione, gestione e fruizione dei beni materiali ed immateriali della Regione Basilicata). Le spese per la realizzazione delle attività degli ecomusei vengono coperte da fondi messi a disposizione dalla Regione Basilicata a valere sui Programmi operativi comunitari Fesr, Fse, Feasr e Fsc”.