La facilità con cui SALVINI sta piegando il Movimento 5 Stelle sul decreto sicurezza conferma che la dinamica politica in atto ha attestato nelle mani della Lega il timone del Governo. I sondaggi continuano a premiare Salvini che continua a mantenere un profilo da campagna elettorale; non è difficile credere a chi dice che il Ministro dell’Interno si è visto al Viminale pochi giorni in questi mesi.

La mobilità di Salvini e il suo dominio sui social deve aver distratto i tanti che non hanno ancora percepito cosa comporterà la definitiva entrata in vigore di questa nuova norma che può essere definito il preludio alle nuove leggi razziali del XXI secolo.

Allontaniamoci per un attimo dalla lettura politica e anche dalla valutazione pregiudiziale che nei confronti di Salvini difficilmente abbandoneremo; lo dico convinto di non correre il rischio di imitare la sciatta incoerenza del famoso “mai con Salvini” dell’autore Luigi Di Maio che, ormai, ha decisamente superato la nota locuzione renziana “stai sereno”.

Richiamo l’attenzione dell’opinione pubblica su una questione molto concreta che attiene proprio alla sicurezza, cioè il bene primario di cui questa legge vorrebbe occuparsi.

Ed è giusto che lo Stato si preoccupi della sicurezza dei suoi cittadini e della legalità anche sul versante della immigrazione, aspetto che forse è stato un po’ trascurato.

La conseguenza immediata di questa legge la vedremo nei primi giorni di dicembre. Le Prefetture hanno già avvisato i gestori dei centri di accoglienza che devono cessare ogni attività nei confronti di coloro che sono destinatari della “protezione umanitaria e sussidiaria” e mantenere il servizio di accoglienza solamente per gli immigrati destinatari della “protezione internazionale”.

Ad occhio e croce, in tutti i comuni italiani dove sono presenti i centri di accoglienza, decine di migliaia di profughi, si stima fino a 100 mila in sei mesi, saranno lasciati senza alloggio e senza vitto dalla sera alla mattina, saranno accompagnati alla porta.

In applicazione del decreto e su indirizzo del Ministro dell’Insicurezza le Prefetture hanno già scritto senza offrire indicazioni sulla destinazione degli ospiti che da dicembre saranno evidentemente considerati “indesiderati” anche se manterranno il diritto di permanere sul territorio dello Stato. Aggiungo un particolare: non è previsto il rimpatrio ne sono previsti strumenti, risorse o una qualunque indicazione per i Sindaci e le Prefetture per gestire questa nuova situazione.

 

Livio Valvano segretario Psi Basilicata