Di Antonio Ferrara Romano

L’ottantesimo anniversario nel ricordo di Piero Berardi, tenente capitano di Melfi, ha in sé il valore imprescindibile della memoria.

La memoria storica, la memoria reverenziale per quegli atti di eroismo che hanno consentito al nuovo millennio di sperimentare nuove forme di convivenza pacifica.

Presso il cortile dell’istituto comprensivo ‘Berardi-Nitti’ di Melfi, si è tenuta la cerimonia commemorativa con la scoperta del monumento – realizzato da Antonio Sedile, vicepresidente dell’Associazione Arma Aeronautica di Melfi – in onore del tenente capitano e alla presenza di autorità civili, militari, religiose e della cittadinanza.

Nato a Melfi il 29 giugno 1907, Piero Berardi diventa tenente presso la caserma di Caserta e dopo l’impegno nella Campagna d’Africa si merita la medaglia di bronzo al valore militare. Nominato capitano, non tornerà più dalla spedizione in Spagna: muore il 9 settembre 1938. Per questa seconda eroica impresa il conferimento della medaglia d’argento al valore aeronautico.

Il presidente  dell’Associazione Arma Aeronautica di Melfi, Lorusso, nel dirsi lieto di aver organizzato e presenziato la cerimonia, in collaborazione con il Comune, la scuola, il comando del 32° stormo di Amendola, ha definito Berardi un “illustre cittadino”.

Poi la parola alla dirigente scolastica Filomena Guidi: “Il nostro dovere è quello di ricordare le storie esemplari, di individuare le certezze morali. Sembra che invece questo esercizio sia passato di moda, forse anche perché la lontananza della guerra da noi ci ha portato ad essere superficiali. Il significato di questa giornata assume allora una connotazione particolare: ricordare con coraggio tutti coloro che hanno versato lacrime e sangue per definire la certezza del nostro benessere sociale”.

Di nuova coscienza civica ha parlato l’avvocato Antonio Berardi, nipote di Piero: “Non ho ricordi diretti di mio zio ma non dimentico l’ardimento che si respirava e veniva tramandato nella nostra famiglia. La sua figura deve essere esempio, soprattutto per le nuove generazioni alle quali affidiamo il nostro futuro, per ritrovare la dignità umana come propulsore di un nuovo e sano sviluppo”.

Raffaele Nigro, vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Melfi, ha esortato a intensificare lo studio della storia: “Un paese che in tempo di pace può contare su varie forme di eroismo, di alto valore morale, può dirsi fortunato. L’Italia non è da meno, ma sta sparendo il rispetto per la memoria. Il recupero delle fonti storiche, lo studio del nostro passato, è una lezione di vita che non possiamo permetterci di oscurare”.

In seguito alla cerimonia dell’alzabandiera e degli onori ai caduti, alla presenza del vescovo Ciro Fanelli che ha benedetto il monumento e la corona d’allora, la mattinata è proseguita con la cerimonia eucaristica presso l’Aula Magna dell’istituto scolastico.

Le nuove forme di eroismo sono dunque da ricercare, per usare le parole di alcuni studenti, non solo in questi esempi della storia ma anche nei gesti quotidiani che fanno della solidarietà e dell’aiuto del prossimo la base di un nuovo riscatto civile.