Lo studio del Dna di una famiglia italiana potrebbe svelare il modo di alleviare il dolore cronico. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Brain da un gruppo di ricerca internazionale dell’Università di Siena e della University College di Londra, che hanno identificato la mutazione genetica che rende insensibili alla sofferenza fisica.

Gli studiosi hanno osservato che sei membri di una famiglia originaria di Siena, sono affetti da una rarissima sindrome che determina la mancanza di dolore nel caso di fratture ossee e di bruciature. Inoltre, sono dotati di una scarsa termoregolazione corporea e di elevate capacità cognitive e motorie. Gli autori hanno quindi ipotizzato che lo studio della loro condizione potesse favorire lo sviluppo di terapie capaci di alleviare il dolore cronico, una patologia che colpisce in forme diverse circa il 30% della popolazione europea. Hanno pertanto analizzato il DNA di questa famiglia, riuscendo a scoprire che la loro incapacità di provare sofferenza fisica sarebbe dovuta alla mutazione di un gene chiamato Zfhx2.

Successivamente, gli scienziati hanno indotto la variazione genetica in alcuni topi e li hanno sottoposti a temperature molto elevate. La sperimentazione ha dimostrato che i roditori risultavano insensibili al calore. Secondo gli esperti, ulteriori ricerche sulle caratteristiche di questa mutazione genetica potrebbero, quindi, determinare una svolta nel trattamento del dolore cronico, permettendo lo sviluppo di terapie più efficaci per lenire la sofferenza ed aprire una strada completamente nuova allo sviluppo di farmaci in grado di alleviare il dolore. Quando si scoprirà con precisione come la mutazione genetica provoca l’insensibilità al dolore, e il ruolo degli altri geni coinvolti, si potrebbe pensare d’inibire l’espressione del gene Zfhx2 per creare delle nuove terapie proprio contro il dolore cronico”.

Dott. Francesco Nicola Riviello
Genetista e Nutrizionista
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