Su disposizione della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Potenza, la Polizia ha eseguitp un’operazione antidroga «nei confronti di due sodalizi criminali». In tutto sono 33 le persone arrestate (20 in carcere e 13 ai domiciliari) e nove misure dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza, per un totale di 42 provvedimenti cautelari.
Le persone indagate sono accusate – a vario titolo – di appartenere a due distinte associazioni per delinquere finalizzate al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, aggravate dal numero di partecipatnti e dall’aver commesso i fatti in luoghi frequentati da minori. Infatti, le indagini della Polizia hanno accertato numerosi episodi di spaccio di droga (hashish, marijuana e cocaina) a minorenni. Eseguiti anche numerosi decreti di perquisizione nei territori di Potenza, Roma, Salerno, Foggia, Reggio Emilia, Lecco e Matera.
Un «fenomeno giovanile», ma con connotati equiparabili a una organizzazione criminale che puntava – attraverso lo spaccio di sostanze stupefacenti – al facile guadagno e sprezzante del rischio di doversi confrontare con chi, a Potenza e a Tito (Potenza), è dedito all’attività criminosa. È questo il quadro che è emerso dalle parole del procuratore distrettuale antimafia di Potenza, Francesco Curcio, quando ha descritto l’esito dell’operazione.
«Gruppi di giovani, dai 14 anni in su, incensurati, che hanno fiutato l’affare – ha spiegato Curcio – e si sono messi in gioco, sfruttando anche i canali tecnologici moderni, con transizioni via internet e con i bit coin, con staffette organizzate e un linguaggio in codice, senza valutare i rischi correlati». Nell’operazione sono stati 17 gli arresti in flagranza di reato, oltre a vari deferimenti in stato di libertà e sono state sequestrate 44 chili fra hashish e marijuana, circa 250 grammi di cocaina, denaro contante e materiale per il taglio e il confezionamento delle sostanze. Per due minorenni la posizione è stata trasferita per competenza alla procura del tribunale per i minorenni.
L’attività di rifornimento avveniva attraverso fornitori di Eboli e Battipaglia (Salerno), Roma e Cerignola (Foggia), quella di spaccio nei pressi di scuole, come il «Cafarelli» di Tito, e nei luoghi della movida e dell’aggregazione potentina, come i rioni Risorgimento, Macchia Romana, Poggio Tre Galli, piazze e parchi pubblici. «Abbiamo inferto un colpo significativo a questa organizzazione – ha aggiunto il questore di Potenza, Giuseppe Ferrari – portando a compimento un lavoro iniziato già anni addietro nei punti sensibili del territorio cittadino. Siamo certi che questo potrà avere certamente ricadute positive, scoraggiando il proseguimento di questa attività». «La giovane età dei responsabili, ma anche la provenienza da nuclei familiari normalissimi, senza particolari situazioni di disagio – ha concluso Curcio – deve rappresentare un allarme, da combattere anche con una revisione legislativa in materia di spaccio, ma anche un invito alle famiglie a tenere alta l’attenzione sui comportamenti dei propri figli».