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Maxi operazione, droga e affari con i clan della Basilicata: 19 arresti e perquisizioni

L’operazione coinvolge 150 agenti. Lo stupefacente arrivava anche dall’Albania

È in corso dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della polizia di Potenza che sta eseguendo 29 ordinanze di custodia cautelare, di cui 8 in carcere, 11 agli arresti domiciliari e 10 dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di alcune persone, tra cui elementi di spicco della criminalità organizzata del Materano, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e altri gravi delitti.

Le indagini dei poliziotti delle squadre mobili di Potenza e Matera hanno accertato che il sodalizio criminoso oltre ad avere rapporti d’affari con rifornitori stranieri, soprattutto albanesi – che erano in grado di procurare elevate quantità di stupefacente come 2 kg di cocaina in pochi giorni – aveva relazioni criminali con tutti i maggiori clan del Metapontino, riuscendo a mantenere una vera e propria equidistanza. In corso anche numerose perquisizioni con l’ausilio delle unità cinofile. Impiegati circa 150 agenti della Polizia di Stato.

L’inchiesta denominata «Paride” che, stamani, ha portato all’esecuzione di 29 misure cautelari (fra le quali otto in carcere e undici agli arresti domiciliari), ha per centro il comune di Bernalda (Matera), “divenuto nel tempo una delle più importanti ‘piazze di spacciò della Basilicata». E’ una delle conclusioni alle quali è giunta la Procura distrettuale antimafia di Potenza, che ha coordinato le indagini della Polizia.

Il clan sgominato oggi – i cui componenti sono accusati, a vario titolo, di traffico e spaccio di «consistenti quantitativi» di droga, detenzione illegale di armi di provenienza illecita, munizioni, esplosivi e altro – aveva esteso la sua «operatività» anche a Policoro, Scanzano Jonico, Pisticci, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Miglionico, Calciano, Salandra e Valsinni. Oltretutto, a Bernalda “convergevano anche esponenti di criminalità di altri territori e regioni per approvvigionarsi di sostanze stupefacenti. Ciò a dimostrazione – secondo la Dda potentina .- della crescente centralità del territorio lucano nel contesto del traffico di droga». Il clan individuato dall’inchiesta «Paride» riforniva di droga altre bande del Metapontino e aveva «rapporti d’affari con rifornitori stranieri, per lo più albanesi», in grado di procurare anche due chi di cocaina «in pochi giorni». Con ogni altro clan, comunque, la banda individuata dalle indagini era riuscita «a mantenere una vera e propria equidistanza». A giudizio della Direzione distrettuale antimafia, il Metapontino è un territorio «caratterizzato da una recrudescenza criminale che non ha eguali nel distretto, frutto di azioni delittuose compiute con allarmante frequenza e tracotanza da una pluralità di gruppi criminali spesso in conflitto fra loro, con modalità e finalità di chiara matrice mafiosa». All’esecuzione delle misure cautelari hanno partecipato oggi agenti delle questure di Potenza e Matera, dei reparti prevenzione crimine «Basilicata», “Puglia», «Campania», «Lazio» e «Calabria», unità cinofile di Nettuno, Napoli e Vibo Valentia e un elicottero del reparto volo di Reggio Calabria della Polizia.

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