di Antonio Ferrara Romano

“Melfi, 1000 anni di storia”. È questo il titolo della tre giorni che vedrà impegnata la città federiciana – dal 12 al 14 ottobre – con una serie di eventi di respiro internazionale per celebrare la sua storia millenaria.

Mille anni, all’incirca, dall’edificazione della prima cinta muraria a opera dei bizantini. Da quel momento, la Caput Apuliae, la città tanto amata da Federico II, il centro strategico tra Nord e Sud, Occidente e Oriente, vivrà una stagione storica di primaria importanza, tra luci e ombre, gloria e decadenza.

Questa mattina, durante una conferenza presso l’antica chiesa di San Lorenzo, il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Millenario, presieduto dal professore Cosimo Damiano Fonseca, ha annunciato una serie di interventi di valorizzazione delle mura e del patrimonio storico-artistico della città.

“Una memoria storica”, ha dichiarato il vescovo della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa “che apre le porte al futuro. Melfi ha un legame profondo con la comunità ecclesiale che ha consentito, nel corso dei secoli, di affidarsi ad un percorso glorioso”. “Proprio le mura di Melfi, di cui celebriamo il millenario, non sono mai simbolo di chiusura e separazione, ma luogo dell’abbraccio, dell’accoglienza”.

Per il sindaco Livio Valvano “Si tratta di un momento storico di straordinaria rilevanza, la comunità internazionale guarda a Melfi che in questi giorni si unisce alla rete Unesco della Falconeria”.

Poi una piccola sorpresa: “Insieme al vescovo inseriremo in una capsula del tempo una pergamena che ricorderà questo momento da consegnare alle generazioni future”.

La conferenza è quindi proseguita sugli interventi programmati – su tutte la valorizzazione delle mura e il recupero di Porta Calcinaia, che verrà ricostruita – e che hanno visto l’impegno proficuo e di lunga data dell’Archeoclub di Melfi e del presidente Michele Sedile, intervenuto durante l’assise insieme allo storico Enzo Navazio, e all’architetta e progettista dei lavori Oriana Mongelli, anima del progetto.

Sì perché al di là della connotazione turistica, necessaria per Melfi, quello che manca è un serio e rigoroso programma di ricerca scientifica, basata sull’indagine sul campo, attraverso scavi archeologici e valutazioni obiettive. Azioni che questo Comitato vuole portare avanti per mettere finalmente luce su un periodo storico tanto affascinante quanto misterioso come il Medioevo. “Azioni che ci consentiranno” ha dichiarato il vicesindaco Raffaele Nigro “di dare a Melfi una giusta collocazione nella storia”.

Quanto ai festeggiamenti, risalta l’unione con la tradizionale Falconeria, proponendo un ventaglio di iniziative di ampio respiro. Non mancheranno conferenze e dibattiti, dimostrazioni di caccia, artisti di strada, cortei medievali, mostre d’arte.

Il Castello Normanno-Svevo-Angioino sarà il fulcro delle celebrazioni, con l’apertura dei nuovi spazi museali dedicati all’arte medievale.

Di seguito il programma completo.