di Antonio Ferrara Romano

L’instancabile Padre Carlo Palestina, francescano del convento di Sant’Antonio di Melfi e fondatore del Centro Studi Conoscere il Vulture, ha regalato alla sua comunità un prezioso contributo storico e scientifico che aggiunge un tassello importante alla conoscenza della città federiciana.

È stata presentata al Salone degli Stemmi del Palazzo Vescovile l’opera, suddivisa in tre volumi, ‘Melfi e la Chiesa nella storia del Vulture‘. Un viaggio denso e intenso che dalla preistoria allo ‘Stupor Mundi’ delinea i processi messi in atto in un territorio che ha vissuto le furiose scosse della storia.

Un crogiolo di popoli e battaglie, di sviluppo culturale e architettonico, di decisioni politiche che hanno segnato il volto dell’Italia e dell’Europa, ma su tutti un filo conduttore che già si evidenzia nel titolo: la Chiesa come magna pars della nostra storia e della nostra identità.

Impossibile oltre che antistorico separare il potere temporale da quello spirituale o, se vogliamo, impero e Chiesa. Entrambe le istituzioni, soprattutto in epoca medievale, hanno avuto uguale peso e uguale misura.

Melfi poi con la Chiesa ha vissuto momenti straordinari: cinque concili papali, l’elezione a diocesi, mentre sul territorio circostante monasteri e conventi hanno contribuito al proseguimento di quell’amore per gli studi che la Chiesa delle origini ha saputo raccogliere dall’eredità classica.

I saluti iniziali affidati al cancelliere della Curia monsignor don Ciro Guerra, grande promotore delle arti locali e della storia del territorio.

L’intervento di Riccardo Rigante, già dirigente scolastico, ha avuto il sapore dell’amicizia e della stima verso padre Carlo: “Sono pochi gli uomini di studio interamente calati in una missione così ardua, complessa, ma assolutamente affascinante. Padre Carlo ci ha regalato la possibilità di conoscerci più a fondo, di porre confini storici e certezze, scomodando storici e archivi per avvalorare le sue tesi”.

Poi la richiesta al sindaco di Melfi Livio Valvano: “Nella costituzione del Comitato scientifico per le celebrazioni del Millenario sarebbe auspicabile la presenza anche di rappresentanti della Chiesa”, richiesta accolta favorevolmente dal primo cittadino.

Fra Cosimo Antonino, ministro provinciale della comunità francescana, ha sottolineato il ruolo dell’ordine in Basilicata, avviato già con Francesco d’Assisi, che su questa terra ci è passato, e poi continuato con frate Elia, amico e consigliere di Federico II.

Padre Carlo ha quindi tenuto una lectio magistralis, di storia e di vita, personale e comunitaria. “La Chiesa a Melfi ha significato tantissimo, anzi in un primo momento contava molto di più del potere temporale”. Nel suo intervento traspariva la sua profonda conoscenza e soprattutto la grande capacità di tirare fili sottili tra date e ricorrenze anche lontane tra loro.

In conclusione, il vescovo Ciro Fanelli ha intessuto un elogio alla cultura: “Cultura vuol dire apertura, vuol dire confronto. Se le nostre relazioni sociali sono sostenute da un background di un certo spessore, l’unione si rafforza e si cementifica il valore dell’accoglienza”. Poi un ricordo personale: “Quando mi sono insediato nella diocesi è stato il primo fratello che ho voluto incontrare: a lui devo la conoscenza di questa bellissima terra”.

Padre Carlo ha annunciato infine di essere già al lavoro su un nuovo testo: “Ma questa volta non sarà storico bensì spirituale”.

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