“Come al solito, in Basilicata, è la magistratura a rimettere a posto le cose. Delle cinque graduatorie per la selezione delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo e multisettoriali, tre sono state impugnate. Le altre due no: probabilmente perché c’era un solo partecipante. In due dei tre casi di ricorso alla Giustizia amministrativa (si è in attesa della terza sentenza), il Tar ha ribaltato i risultati del bando ad evidenza pubblica, con delle motivazioni che ci lasciano basiti”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del gruppo Lb-Fdi, Gianni Rosa, che precisa “con la sentenza n. 533 del 20 Luglio scorso, il vincitore per l’area ‘Marmo Platano’ è la strategia Spai – Sviluppo Partecipativo Aree Interne – Antica Lucania, capofila l’Unione dei Coltivatori Italiani della Regione Basilicata. Non quella denominata Nord Occidentale Basento Camastra, il cui capofila è il Gal Basento Camastra”.

“A leggere la sentenza – sottolinea il consigliere – si comprende come le selezioni, nella nostra Regione, seguono criteri tutti propri. Non in senso positivo. E tanto è dimostrato anche da quanto affermato da Braia nell’audizione nella Commissione consiliare competente durante la quale ha affermato che, per evitare il contenzioso, il Comitato di selezione aveva proposto di fondere le due strategie di sviluppo, per tenere buono il secondo classificato. Se questa non è un’ammissione implicita di colpevolezza, non sappiamo cosa lo sia. Ovviamente alla proposta non si è dato seguito. Non sappiamo sulla base di quali presupposti e poteri il Comitato, che doveva solo valutare i progetti, abbia cercato un accomodamento, soprattutto visto che, dalla sentenza, pare persino che il progetto del Gal Basento Camastra non fosse neanche ammissibile”.
“Ma a parte questo – continua Rosa – ci lascia molto amareggiati che la sentenza ribalti la graduatoria sulla base di rilievi tutti attinenti ad irregolarità nella procedura, ovvero all’integrazione dei criteri di valutazione fatta 5 giorni prima l’apertura dei plichi. Uno sconvolgimento che, speriamo, non sia stato ‘voluto’ per agevolare uno dei partecipanti. La sentenza afferma che: “il Comitato di selezione non avrebbe potuto, nella seduta del 20.10.2016 (le buste sono state aperte il 25 successivo e il bando si era chiuso il 19 settembre 2016) modificare il predetto criterio di valutazione.”. Nella fattispecie il criterio era quello dell’attribuzione di punteggi in base alla presenza dei partner privati. Grazie alla modifica ‘interpretativa’ erano stati tolti 0,83 punti al progetto classificatosi secondo e che, invece, per il Tar, è il vincitore”.

“Altra modifica dei criteri – continua il consigliere – evidentemente illegittima, riguardava l’attribuzione dei punteggi sulla base dell’individuazione, nel progetto, di ambiti tematici aggiuntivi rispetto a quelli principali, ad esempio il ‘potenziamento del sistema di conoscenza, comunicazione, valorizzazione, promozione e fruizione del patrimonio agro-silvo-ambientale, storico e culturale …’, tanto per citarne uno. In base alla modifica dei criteri, il Comitato di selezione attribuiva 0,89 punti in più al progetto del Gal Basento Camastra. E la cosa assurda è che il progetto del Gal non individuava alcun ambito aggiuntivo. In pratica, punti regalati”.

“Ci chiediamo – conclude l’esponente di Lb-Fdi – se sia questo il modo di condurre le selezioni e i bandi. Ci chiediamo perché in Basilicata la trasparenza non vada mai di moda. Ci chiediamo a chi giova far perdere progetti, che, almeno sulla carta, sono migliori di altri. Ci chiediamo per quale motivo Braia annunci il ricorso al Consiglio di Stato, mettendo a rischio l’intero finanziamento Gal Leader atteso il grave ritardo relativo all’attuazione delle misure Psr 2014/2020? Ma la terzietà della Regione rispetto ai bandi che fine ha fatto? È un ‘gioco’ che allontana ancor di più i cittadini dalle istituzioni e crea enormi danni allo sviluppo della nostra Basilicata”.