“In Basilicata, attraverso una società di capitali esclusivamente pubblica e rappresentativa degli enti locali e della Regione, è stato possibile gestire in maniera industriale il servizio idrico integrato, anteponendo gli interessi della comunità alla logica del profitto”. Lo ha dichiarato questa mattina l’Amministratore unico di Acquedotto Lucano, Giandomenico Marchese, nel corso della audizione in Commissione Ambiente della Camera dei deputati sulle proposte di legge per l’acqua pubblica.

“Pur condividendo i principi ispiratori delle proposte di legge di riforma del settore idrico – ha affermato Marchese -, sulla base della esperienza maturata da Acquedotto Lucano in una piccola regione del Sud Italia, sarebbe auspicabile evitare la frammentazione delle gestioni poiché questa inciderebbe negativamente sulle economie di scala e comporterebbe maggiori costi a carico dei cittadini”.

Secondo l’Amministratore di Acquedotto Lucano, infatti, “non si può prescindere da una dimensione provinciale minima (e non massima) quale ambito di gestione”, mentre “la gestione diretta del servizio da parte dei Comuni fino a 5 mila abitanti non potrebbe conciliarsi con la necessità di gestire opere ed impianti a valenza ultra-comunale, si pensi, ad esempio, alle opere di captazione, alle reti di adduzione, agli impianti di potabilizzazione e alla necessità di dotarsi di laboratori per le analisi delle acque”.

Marchese, inoltre, ha detto di condividere “la necessità, contemplata nelle proposte di legge, di garantire l’accesso universale all’acqua, purché sia tenuto fermo il principio per cui l’obiettivo di equità ed uguaglianza si raggiunge rafforzando la percezione del dovere di tutti di contribuire alla gestione del bene comune anche attraverso azioni contrastanti il dilagante fenomeno della morosità, che mette a rischio la qualità e l’erogazione stessa del servizio: la lotta alla morosità è un forte segnale di legalità e giustizia sociale nel rispetto dei tantissimi cittadini che adempiono al loro dovere giuridico e morale pagando regolarmente quanto dovuto”.

Infine, l’amministratore unico di Acquedotto Lucano ha auspicato che venga mantenuto “il sistema di governance vigente che vede, da un lato il potere regolatorio affidato all’Arera, con la garanzia di livelli minimi uniformi su tutto il territorio nazionale ed elevati standard di qualità dell’acqua erogata e, dall’altro, il supporto a livello locale dell’azione propulsiva degli enti di governo d’ambito”.