Petrolio: Total, il sito di Tempa Rossa in Basilicata

Dal 12 novembre partiranno i preavvisi di licenziamento a scaglione per 73 addetti alla vigilanza impiegati nel centro olio di Tempa Rossa (una decina di lavoratori nel frattempo ha dato le dimissioni). Per circa la metà della platea ci sarà lavoro almeno fino al completamento del sito da parte di Tecnimont. Totale chiusura, invece, da parte di Sicuritalia che ha respinto la richiesta dei sindacati di procedere al cambio d’appalto ai sensi del contratto nazionale di categoria, scelta motivata con il fatto che – secondo l’azienda – il committente del servizio non sarebbe più Tecnimont ma Total. Posizione duramente contestata al tavolo dalla Fisascat Cisl in quanto il perimetro delle lavorazioni è sempre quello di Total. L’istituto di vigilanza, già presente nel sito di Tempa Rossa, si è impegnata comunque ad assumere le unità ritenute necessarie, attingendo prioritariamente dal bacino dei lavoratori di Tempa Rossa, dopo una verifica delle ore di servizio richieste da Total.

Anche ai lavoratori in esubero della vigilanza sarà comunque assicurato il paracadute previsto nell’accordo sottoscritto il 5 novembre, sempre in Regione, che prevede, tra l’altro, in aggiunta alla indennità di disoccupazione, un’indennità aggiuntiva di 2.400 euro lordi per i lavoratori licenziati a far data dal 31 ottobre 2018 che hanno prestato servizio per almeno dodici mesi anche non continuativi. Gli stessi lavoratori confluiranno nella banca dati del personale che ha già operato a Tempa Rossa con un diritto di precedenza in caso di nuove assunzioni nel sito.

Ora l’attenzione del sindacato si sposta sulla fase di esercizio e di sviluppo del centro olio con l’obiettivo di ridurre la platea degli esuberi. Per la Fisascat Cisl, in base al decreto ministeriale n. 269/2010 che stabilisce un preciso rapporto tra volume della produzione e numero di addetti alla sicurezza, Sicuritalia non potrà gestire la sicurezza dell’intero perimetro del sito petrolifero con le attuali unità e ricorrendo allo straordinario oltre il limite consentito dalla legge e dal contratto nazionale; ragion per cui la Fisascat Cisl chiede fin da subito un monitoraggio trasparente del fabbisogno di risorse umane e un piano per riassorbire gradualmente una quota significativa degli addetti alla sicurezza che hanno già operato in questi anni nel centro olio, anche attraverso la riqualificazione come guardie giurate del personale impegnato finora nei servizi fiduciari.

Per la sigla sindacale della Cisl anche i sindaci dei comuni che gravitano intorno al centro olio e ai pozzi petroliferi dovranno fare la propria parte con progetti finalizzati ad innalzare il livello di sicurezza dei territori al di fuori del perimetro del centro olio, attingendo il relativo personale dalla banca dati ad hoc in via di costituzione.

Critiche dalla Fisascat, infine, all’operato del governo regionale che secondo la sigla sindacale nella fattispecie non ha esercitato con sufficiente autorevolezza il suo ruolo di arbitro istituzionale. L’auspicio del sindacato è che, archiviata la fase elettorale, il massimo ente regionale possa tornare a svolgere in modo autorevole e trasparente un concreto lavoro di pungolo nei confronti delle aziende, in particolare di quelle che operano su concessione pubblica, come le compagnie petrolifere, nell’interesse della comunità lucana e dei lavoratori.