Qui di seguito ospitiamo l’intervento di Raffaele Langone di Savoia di Lucania

A Savoia di Lucania, in contrada Castellaro, sono un paio di settimane che sopra l’abitazione della famiglia Salvatore si riversa un fiume di acqua potabile riveniente dalla rottura della condotta idrica che alimenta quella contrada. Il mese scorso, a causa di una precedente rottura, c’è stata un’altro copioso sversamento di acqua potabile che è fuoriuscita nello stesso tratto di condotta per quasi un mese. Ovviamente tanta acqua non può che creare danni all’abitazione della famiglia Salvatore e alle infrastrutture pubbliche coinvolte (strada comunale), oltre a rendere più pesante la bolletta da pagare a tutti i cittadini. La rottura della condotta idrica è stata segnalata all’Acquedotto Lucano con diverse telefonate, sia alla sede nel comune di Bella che alla sede centrale di Potenza, ma tutti se ne fregano. Infatti, ad oggi, nessun intervento è stato realizzato.

Ma intanto il fiume di acqua che fuoriesce dalla condotto continua a scorrere creando seri danni alle proprietà private e a quella pubblica (strada). Chi pagherà i danni? In casa Salvatore vivono anche due persone anziane che hanno difficoltà a deambulare. L’accentuata umidità derivante dall’acqua che si infiltra in casa non fa che aumentare le loro sofferenze. Inoltre tanta acqua non può che creare instabilità sia alla casa che ai terreni dove si infiltra. Che aspetta l’Acquedotto Lucano ad intervenire? Il comune di Savoia, che è parte lesa, perché non si fa sentire? Proporremo al comune di Savoia di Lucania e a tutti i comuni lucani di convocare i rispettivi consigli comunali perché revochino l’affidamento della gestione delle reti idriche e fognarie a suo tempo conferite all’Acquedotto Lucano.

Motivo? Non ha adempiuto, non ha realizzato quanto previsto dalla legge istitutiva, cioè non ha abbassato i costi di gestione e quindi non ha diminuito il costo da far pagare ai cittadini utenti rispetto a quanto pagavano con le gestioni comunali; gli interventi di riparazione sono lenti e molto più costosi rispetto alla gestione comunale; i cittadini utenti ci hanno complessivamente rimesso rispetto alla gestione comunale, avendo l’Acquedotto Lucano assunto centinaia di nuovi addetti e aprendo diverse sedi sul territorio i cui costi complessivi sono ricaduti sulle bollette che ogni cittadino paga. Basta !!! Nonostante tutte queste persone assunte le cose non funzionano. E questo caso ne è un esempio lampante. Allora si revochino tutte le disposizioni legislative sia nazionali che regionali che consentono all’Acquedotto Lucano di esistere e si riaffidi il servizio ai comuni.

Se non è possibile, quanto meno NON si renda obbligatorio per i comuni il dover aderire e quindi sottoscrivere quote. Si consenta ai comuni che lo desiderano di poter tornare a gestire in proprio l’approvvigionamento idrico per le rispettive popolazioni, il cui primo effetto sarà sicuramente il dimezzamento della bolletta dell’acqua che i cittadini oggi pagano.