di Antonio Ferrara Romano

La pace attraverso la donna, la pace costruita per mezzo della donna. Persino il sostantivo ‘pace’ trova una declinazione tutta al femminile.

“La via della pace passa anche per le donne”: questo è il titolo del doppio evento che il Cif ha voluto fortemente a Melfi e – questa sera – a Potenza e che ha visto la presenza della regista pluripremiata Lia Beltrami.

Perché la donna? “Perché è capace di accogliere grazie alla sua predisposizione biologica, è capace di trovare la strada migliore e la storia ce lo insegna”, ha dichiarato in apertura la presidente del Cif di Melfi, Rena Galgano.

E nonostante le difficoltà, il ruolo della donna nella società odierna conquista sempre più peso. Lo ha ricordato la consigliera comunale Lucia Moccia, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, che ha citato Mattarella: “Il Presidente della Repubblica di recente ha ribadito come l’impegno della donna sia determinante per la costruzione di una società più equa”.

Il vescovo della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, monsignor Ciro Fanelli, ha parlato del dramma della corruzione: “Dove c’è corruzione non c’è pace, perché è l’errore elevato a sistema, a cultura”. Poi il monito all’Europa: “Non può dimenticare le radici cristiane che alimentano la nostra civiltà. Il riconoscimento avviene anche attraverso il rispetto delle diversità. Una diversità che non può trovare dialogo senza due presupposti fondamentali: ragione e coscienza”. Infine l’elogio alla donna: “La pace passa attraverso lei in maniera privilegiata, perché la donna genera la vita e quindi la pace”.

Lia Beltrami, di ritorno dalla Cina dove ha ottenuto un importante riconoscimento per il suo lavoro, già Leone d’oro per la pace a Venezia, è una donna che ha fatto della sua arte uno strumento per comunicare l’universalità della pace, a partire dal dialogo interreligioso. Nel 1997 ha fondato a Trento il Religion Today Film Festival, oggi diretto da Andrea Morghen, presente tra i relatori, mentre nel 2009 ha contribuito alla nascita del gruppo Donne di Fede per la Pace, in cui donne di varie confessioni religiose si impegnano per la costruzione di una società fondata sulla tolleranza, il rispetto e l’incontro.

La Beltrami era già stata a Melfi tre anni fa a presentare il documentario Jerusalem: dreams and realityda allora gli impegni e i risultati si sono moltiplicati. “Abbiamo costruito ponti, bisogna costruirne altri per smontare radicalmente lo scontro tra civiltà”, ha dichiarato. “Le Donne di Fede per la Pace, sono esempi di coraggio: spesso provengono da realtà difficili, spesso sono nemiche. Eppure, insieme, ritrovano un senso di armonia e di impegno costruttivo. È a loro che dobbiamo guardare, alle 35 mila madri che l’anno scorso in Terra Santa hanno sfilato, fianco a fianco, ebree e musulmane, per dire basta guerra”.

Come ambasciatrice di pace è intervenuta Olha Vozna: “In Ucraina, Paese dal quale provengo, la guerra continua a dilaniare la nostra comunità. Prima che la situazione precipitasse, c’era molta discordia tra le varie confessioni religiose. Sembrerà paradossale ma con la guerra, e soprattutto con le donne, abbiamo riscoperto un nuovo senso di appartenenza, di solidarietà, di fratellanza, tutto questo grazie al dialogo”.

A concludere la serata, il consigliere regionale Franco Mollica, in rappresentanza della Regione Basilicata: “Il dialogo è il presupposto per ragionare. Nonostante tutte le confessioni religiose si prefiggono di costruire la pace, le guerre sono soprattutto di religione. Ciò accade perché gli uomini dimenticano di dialogare causando pertanto guerre e sofferenze”.

Durante la serata – dove sono intervenute anche la presidente del Cif regionale Raffaella Bisceglia e la segretaria provinciale – è stato proiettato anche il corto Preghiera girato girato dalla Beltrami in Terra Santa.

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