di Antonio Ferrara Romano

Nell’ambito del progetto 8xmille 2017, la Caritas della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa ha tenuto uno spettacolo come parte integrante dei ‘Laboratori della Sapienza’, giunti quest’anno alla seconda edizione.

Lo scopo di questi laboratori è di favorire l’integrazione tra anziani e ragazzi che vivono un disagio, sfruttando la rete socio-assistenziale unitamente a quella famigliare e civica.

I partecipanti hanno dunque realizzato uno spettacolo inscenato presso il Centro Hospitalis di Melfi, dal titolo ‘Quann son la groia‘ (Quando suona la campana), sperimentando la recitazione attraverso il sostegno reciproco e il coordinamento delle operatrici Daniela, Emilia e Pina.

In una sala gremita, tra canti, marionette, una fisarmonica suonata da Antonio Fasano e un sipario blu come il cielo, si è ripercorsa la tradizione dialettale melfitana ispirandosi, come ha ricordato il giornalista Franco Cacciatore, all’opera ‘La Sarcinedda mia‘ di Antonio Cautela, pubblicata per la prima volta nel 1928.

Presente anche il vescovo, monsignor Ciro Fanelli: “C’è un profondo affetto” ha dichiarato dopo la rappresentazione “che mi spinge ad entrare nel cuore del vostro dialetto e nel cuore di ognuno di voi. Attraverso la semplicità avete creato un qualcosa di bello e ci avete aiutato a sorridere”.

Il vescovo ha quindi auspicato la riproposizione di eventi come questo perché “Ciò che è importante, quando realizziamo qualcosa, è il cuore che ci mettiamo”.

Soddisfatte ed emozionate le operatrici della Caritas: “Abbiamo cercato di aumentare la fiducia ed il clima positivo tra utenti e operatori, tra utenti e utenti e tra utenti e familiari. Abbiamo voluto far comprendere che tutti possiedono un sapere, basta solo tirarlo fuori”.

La serata è quindi proseguita con una mostra fotografica e alcuni allestimenti sulle tradizioni di una volta.

Ma ciò che è prevalso è stata la gioia dipinta sui volti degli anziani e dei giovani partecipanti: il cuore è andato in scena.