di Antonio Ferrara Romano

Nove articoli e la scommessa di un futuro dignitoso e paritario per tutte le donne.

Parte da qui la Carta dei diritti della bambina, documento approvato nel 1997 su iniziativa della Fidapa e rilanciato a Melfi in occasione dell’incontro presieduto dalla locale presidente Lucia Moccia.

“I diritti delle donne” ha dichiarato Moccia nel discorso di apertura “Sono parte integrante e indivisibile dei diritti umani universali. Ciononostante dobbiamo ancora parlare di sesso ‘debole’, di discriminazioni, di violenze. La nostra associazione è fortemente impegnata nel perseguire uguali diritti per tutte le donne nell’ottica di una società migliore e accogliente”.

Durante l’incontro moderato da Pina Catalani, referente di Sezione della Carta dei diritti della bambina, l’avvocatessa Giuseppina Cristiani ha offerto una disamina dei nove articoli, enfatizzando il valore culturale insito nel documento, ricordando che “La carta dei diritti della bambina, che non è una legge e quindi purtroppo non ha valore vincolante, richiama tuttavia una serie di doveri che gli adulti devono adempiere”.

Inevitabile il confronto con le culture in cui ad oggi vigono pratiche del tutto inaccettabili, come la mutilazione genitale femminile. “Una pratica” ha aggiunto Cristiani “Che non è poi così lontana dalla nostra società. In Italia tra 47 e 57 mila donne sono state vittime di queste pratiche e c’è chi le considera ancora una cosa giusta”.

La dottoressa Carmela Zaccagnino, psicologa e giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Potenza, ha sollevato la questione educativa dei figli a partire già dai primi anni di vita: “La nostra società è improntata a stabilire sin dalla nascita determinati ruoli per i maschi e per le femmine. Queste ultime, ad esempio, sono indirizzate sempre più verso il proprio corpo e la propria bellezza avvalorando la tesi ‘meglio sexy che intelligenti’. “Se non cambiamo questo approccio” ha concluso Zaccagnino “Le donne resteranno sempre ingabbiate in stereotipi falsi e pericolosi”.

La cerimonia è stata anche l’occasione per diversi comuni lucani di adottare la Carta dei diritti della bambina. Tra questi Melfi, Barile, Brienza, Ginestra, Maschito e Satriano di Lucania.

“Un impegno” ha aggiunto il sindaco Livio Valvano “che il prossimo consiglio comunale di Melfi prenderà in seria considerazione”.

In apertura, la giovane Valeria Vitucci ha recitato la poesia ‘Io sono nata’ di Wanda Tramezzo, un inno alla femminilità in tutta la sua complessità.