La Consigliera regionale di parità, Avv. Ivana Enrica Pipponzi, proseguendo nella sua attività di disamina della composizione delle Giunte nelle amministrazioni comunali che hanno votato nell’ultima tornata elettorale, nella giornata di ieri ha provveduto ad inoltrare atti di diffida al Comune di Albano di Lucania, Montemilone e San Costantino Albanese.

Anche in detti Comuni lucani, allo stato, non sono state nominate donne nelle rispettive Giunte.

“Invero”, comunica la Consigliera di parità, “in detti comuni non è stato correttamente applicato lo Statuto e l’art. 46 comma 2 del T.U.E.L., d.lgs 267/2000 che prevedono, rispettivamente, che sia garantita la rappresentanza di genere nelle Giunte, negli Organi collegiali del Comune e negli Enti e organismi da esso dipendente e che il Sindaco debba garantire la presenza di ambo i sessi all’interno della Giunta Comunale; detta ultima norma che dispone la presenza del sesso meno rappresentato in misura non inferiore al 40% dei componenti dell’organo collegiali, con arrotondamento, non ha portata vincolante per gli Enti territoriali con popolazione residente inferiore ai 3.000 abitanti, come nel caso dei suddetti Comuni lucani diffidati; ciò malgrado il Sindaco, laddove ritenga di derogare al principio della pari rappresentatività, è tenuto a motivare congruamente sull’impossibilità di adempierlo, relazionando e documentando sull’attività istruttoria svolta. Circostanza che ho chiesto che sia compiutamente documentata”.

“Peraltro”, prosegue l’Avv. Pipponzi, “in alcuni casi sono state elette donne e lo Statuto di riferimento prevede anche la possibilità di attingere ad un assessore esterno”.

Dette condotte vulnerano grandemente il principio della democrazia paritaria, sul piano dell’effettività; la presenza femminile nella Giunta non è postulata solo dalla legge ma rispecchia l’imprescindibile necessità dell’apporto congiunto – di intelligenza come di sensibilità, di competenza come di visione del mondo – che solo l’armonica compresenza di entrambi i generi può conferire al corretto esercizio dell’attività amministrativa dell’Ente.

Per fortuna, molti altri Comuni lucani (Teana, Abriola, Castelgrande, Episcopia e Maschito), pur non avendo l’obbligo normativo di eleggere assessori donne, si sono dimostrati virtuosi e sensibili quanto al tema della parità, comprendendo che essa è un valore, innanzitutto per la società.

Inoltre, i Comuni con oltre 3.000 abitanti (Ruoti, Palazzo San Gervasio, Latronico, Stigliano, Marsico Nuovo e Grassano) hanno perfettamente applicato la Legge Delrio.

A tutti i detti comuni lucani è andato il plauso della Consigliera regionale di parità che auspica come il mettere in evidenza le richiamate condotte virtuose possa rappresentare uno stimolo ad adeguarsi a questa buona pratica di valorizzazione di genere.